«Gli scienziati dicono che siamo fatti di atomi, ma un uccellino mi dice che siamo fatti di storie»
(Eduardo Galeano)
S
i chiude il nostro XVII Capitolo Generale. Lavorare nel Capitolo con il tema “Riorganizzare la nostra vita di Clarisse Francescane Missionarie del Santissimo Sacramento nel cammino verso il Sinodo” è stata una grande opportunità per chiederci come famiglia religiosa quale posto lo Spirito del Signore ci chiama ad occupare oggi e per discernere evangelicamente cosa e come Egli vuole che facciamo. Per questo è stato necessario prendere in mano la nostra vita e la nostra missione e, alla luce di molte preghiere, riflessioni, condivisioni e conversazioni, rivedere le nostre strutture interne ed esterne, a livello personale, comunitario e di Istituto. E così è stato… in “comunione nello spirito”, avendo “gli stessi sentimenti”, il che, secondo la raccomandazione di San Paolo, non significa solo “essere d’accordo”, ma “sentire e pensare in Cristo” (cfr. Fil 2,1-5), condividere preoccupazioni e speranze, prendere decisioni in comune… Così sono passati più di 30 giorni, con una diversità di culture e di lingue, ma comprendendosi attraverso il linguaggio dell’amore fraterno.
Sì. Una missione finisce e ne inizia un’altra! “Le cose vecchie sono passate. Ecco, io faccio nuove tutte le cose” (Ap 21, 4-5). Questa prospettiva ci pone di fronte alla necessità di riprendere il dinamismo creativo del nostro carisma: presenza ininterrotta della grazia di Dio che permea le mediazioni umane (cfr. 2Tm 1,1-6), rafforzando gli elementi essenziali che costituiscono i fondamenti della nostra Vita Religiosa: la preghiera, la fraternità, la missione evangelizzatrice, la cura della vita, soprattutto dei più vulnerabili, perché ” in una società dello scontro, della difficile convivenza tra culture diverse, della sopraffazione sui più deboli, delle disuguaglianze, siamo chiamati ad offrire un modello concreto di comunità che, attraverso il riconoscimento della dignità di ogni persona e della condivisione del dono di cui ognuno è portatore, permetta di vivere rapporti fraterni” (Papa Francesco, Lettera apostolica nell’Anno della Vita Consacrata, I.2).
Abbiamo ben compreso che l’apertura al nuovo, ai tempi e ai luoghi, favorisce l’emergere di nuove forme di organizzazione. Per questo motivo, abbiamo valutato il nostro patrimonio, codificato e conservato nei nostri Documenti (CCGG, Piano di Azione, Ratio Formationis), per riprogrammare con atteggiamenti nuovi la salvezza che Dio scrive nella storia di oggi, attraverso di noi. Il seme che è stato gettato dai nostri fondatori deve portare frutto nella terra in ogni tempo; essere fedeli al messaggio che essi ci hanno lasciato significa prolungare l’ispirazione che li ha mossi esistenzialmente alla luce dei segni: “Nessuno cuce un panno nuovo su una veste vecchia o mette vino nuovo in otri vecchi. Vino nuovo in otri nuovi” (Mc 2,21-22).
Siamo certe che questo momento storico che il nostro Istituto sta vivendo sarà fecondo di grazia sulla terra delle diverse comunità in cui siamo e, di conseguenza, nel cuore della nostra missione. Non a caso Papa Francesco ci ricorda: “Troverete la vita dando la vita, la speranza dando la speranza, l’amore amando” (Papa Francesco, Lettera apostolica nell’Anno della Vita Consacrata, II.4).